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Qualcuno sostiene che Milano, d’estate, sia meno bella: le famiglie (quando possono) vanno al mare, chiudono gli uffici e il Prodotto Interno Lordo si abbassa di pari passo con la voglia di vivere di chi invece è costretto a rimanere in città durante i weekend. Può capitare però che d’estate, proprio quando uno meno se l’aspetta, la città ci stupisca con storie di grande poesia.

È quello che è successo pochi giorni fa a Quarto Oggiaro – sì ok, non siamo esattamente dentro le mura dei bastioni ma sempre di Milano si parla – dove una donna ha deciso di regalare acqua potabile alla città. Bella fregatura, direte voi, l’acqua la si può prendere da qualsiasi lavandino o rubinetto, ma come spesso accade è la storia che ci sta sotto a contare davvero.

Credit immagine 

All’esterno di una rosticceria e macelleria islamica di Via Pascarella è comparsa infatti una grossa boccia d’acqua di quelle che si possono trovare negli uffici, grazie a cui chiunque, passando, può rinfrescarsi. Si tratta del lascito di un uomo di origini arabe scomparso a marzo dopo aver vissuto a lungo nel quartiere, un uomo ricordato per la sua generosità e per l’aiuto che non faceva mai mancare agli altri. La moglie, dopo la sua scomparsa, ha deciso di fare in modo che l’uomo potesse continuare a fare del bene alla gente del quartiere e ha affisso alla grossa boccia un cartello che in arabo e italiano recita «Opera di bene».

A raccontare questa storia, partita da un comune profilo Facebook e diventata virale in pochi giorni, è stata Cristina Rota, nata a Quarto negli anni ’70 e impegnata in iniziative che, esattamente come questa, possano sottrarre Quarto e le periferie da una situazione di svantaggio. Tra i progetti in via di sviluppo c’è #UncomfortZone, un tentativo di mappatura del territorio delle periferie al fine di potenziare le nuove community e restituire un racconto oggettivo e soprattutto positivo. L’obiettivo è di creare un indotto in termini di opportunità e coesione sociale affinché il senso di appartenenza alla periferia sia un valore aggiunto e non uno svantaggio.

Le periferie cambiano, e con loro dovrebbe cambiare anche il nostro modo di vederle!

Credit immagine di copertina

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