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Cultura ed educazione: due parole che negli utlimi tempi hanno fatto boom. E che adesso volano anche in classifica. È stata pubblicata infatti la nuova edizione della classifica Censis, in cui sono state valutate tutte le università italiane. I criteri analizzati? La struttura, i servizi erogati, l’internazionalizzazione e la comunicazione 2.0.

Tutti gli atenei statali sono stati divisi in categorie omogenee per dimensione: mega, grandi, medi e piccoli. Più i Politecnici e le università private. Si tratta in tutto di 40 classifiche, che coprono l’intero panorama universitario italiano. Con alcuni primati di Milano.

È il caso, innanzitutto, dei Politecnici: il podio spetta al Politecnico di Milano (92,8 punti), seguito dallo Iuav di Venezia (88,2) e dai Politecnici di Torino e di Bari, rispettivamente al terzo e quarto posto.

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È invece il nome della Bocconi, con 95,8 punti, che domina la classifica delle migliori università private, seguita al secondo posto dall’Università Cattolica (89,4). Una doppietta di cui andare non fieri, di più.

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Il primato tra i mega atenei statali spicca, invece, all’Università di Bologna, seguita da quella di Firenze, Padova e, al quarto posto, da Roma La Sapienza. Un giro d’Italia che arriva fino a Perugia, classificata come prima università tra i grandi atenei, seguita da quella di Pavia.

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Tra le università di medie dimensioni, invece, Siena sorpassa Trento, anche se la differenza tra i rispettivi punteggi è minima: 99,4 contro 99,2. Ma è una guerra (ops, una classifica) davvero all’ultimo decimale. Quello di Camerino diventa, invece, l’ateneo simbolo dell’eccellenza delle piccole università, seguito da Teramo e dall’Università di Macerata. E’ un vero e proprio viaggio in Italia quello recensito dal Censis, con primati consolidati e nuove sorprese provenienti soprattutto dal Centro-Italia.

Un dato su tutti, però, colpisce in queste numerose classifiche: l’aumento delle immatricolazioni, dopo il calo degli ultimi anni. Forse, allora, c’è ancora speranza: il congiuntivo non sparirà. E nemmeno le persone che lo utilizzeranno.

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